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Vino questo sconosciuto: in Val Tidone per l’ultima lezione

Dolci colline ricoperte da filari di viti, tanto verde e il cielo blu, questa la meravigliosa Val Tidone in provincia di Piacenza: una valle pacifica e serena, da godersi sorseggiano un bel bicchiere di vino. Quale? Ovviamente uno dei vini di Cantina Valtidone!

E’ qui che siamo stati accolti martedì mattina per l’ultimo dei 4 incontri del corso “Il vino questo sconosciuto” organizzato da Timossi Commerciale spa e Cantina Valtidone. Un’accoglienza calorosa da parte del sommelier Giovanni Derba e di tutto lo staff di Cantina Valtidone per quella che era la lezione più attesa: i principi fondamentali dell’abbinamento cibo-vino.

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Dopo la teoria abbiamo visitato la Cantina Valtidone: dal piazzale dove vengono pesate, selezionate e raccolte le uve dei 330 soci (ben 90.000 quintali, dei quali oltre l’80% è DOC), agli impianti di fermentazione, fino all’area produttiva, dove vengono imbottigliate 12.000 bottiglie all’ora! Sono numeri importanti, ma non significano che venga tralasciata la qualità. Lo testiamo con un aperitivo a base di Ortrugo e salumi locali che ci viene offerto al rientro dalla visita nell’Enoteca della Cantina Valtidone.

Il momento più atteso si avvicina: la prova pratica, che tradotto significa un pranzo incredibile dove ogni portata è accompagnata da un vino diverso, per imparare a riconoscere gli abbinamenti e soprattutto a valorizzare vino e cibo senza che nessun sapore nasconda gli altri.

Il luogo in cui si svolge il pranzo ci lascia senza fiato: siamo nell’antico borgo murato del castello di Rivalta. Il castello di Rivalta è uno dei “gioielli” della Val Trebbia e tra sue le mura, nella pace del parco, tra le viuzze dell’antico borgo entriamo nel ristorante La Rocchetta accolti da una meravigliosa tavola imbandita con tantissimi bicchieri.

Ad aprire le danze è di nuovo Armonia, l’Ortrugo frizzante, secco e delicatamente fruttato che ben si accompagna con gli gnocchi fritti e i salumi misti piacentini.

Per i primi piatti abbiamo accostato una Malvasia frizzante ai tortelli di burro e salvia (non è stato semplice riconoscere il sapore di salvia nella malvasia frizzante, ma l’accostamento è sicuramente delizioso). La Bonarda Domina invece, con il suo gusto pieno, morbido e vivace ha accompagnato un altro primo piatto tipico piacentino: i pisarei e fasò, dei deliziosi gnocchetti di pane raffermo con sugo di fagioli.

Il Gotturnio Bellamar ha accompagnato alla perfezione i secondi composti da costolette d’agnello e tagliata di manzo con contorno di patate al forno e spinaci.

Infine il dessert. La proposta è un passito, la meravigliosa Malvasia Luna di Candia, che esalta e viene esaltata da una tiepida tarte tatin di mele caramellate con gelato alla cannella. Per quelli che sono riusciti ad arrivare in fondo è l’estasi!

Dopo tanto mangiare e degustare arriva il momento della premiazione, con tanto di pergamena e rosa rossa per le donne presenti al corso: a conferirci il titolo ci sono il nostro sommelier Giovanni e il presidente uscente di AIS Emilia Romagna.

Il gruppo è affiatato, lo stomaco è pieno e la giornata meravigliosa. Prima di andare via c’è ancora un regalo per noi: una visita guidata privata al castello di Rivalta.

Tra l’ilarità generale, lo stupore per le meraviglie che nasconde il castello e i racconti del nostro sommelier che ormai ha preso il sopravvento sulla guida, la giornata volge al termine ed è tempo di tornare a casa.

Nella luce del tramonto, lasciandoci alle spalle le colline siamo tutti felici: queste quattro lezioni sono state una bellissima esperienza, conclusasi nel migliore dei modi. Non siamo diventati dei sommelier esperti come Giovanni, ma sicuramente adesso il modo di osservare un vino, i suoi colori, i profumi, i sapori e tutto il mondo di tradizioni, persone, luoghi che c’è dietro è cambiato: si è aperto uno spiraglio anche per noi. E come dice Giovanni, non ci resta che allenare i nostri sensi. Come? Naturalmente con un bel bicchiere di vino!

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