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Sidro: molto più di un trend

Consumi in aumento anche alle nostre latitudini per una bevanda dalle radici millenarie che ora fa del suo basso tenore alcolico un’importante leva di mercato. 


C’è un desiderio che unisce i consumatori moderni: la ricerca di bevande che sappiano offrire freschezza, complessità aromatica e un’appagante leggerezza. In questo scenario, una bevanda dalle radici millenarie sta vivendo una straordinaria riscoperta, affermandosi tra i protagonisti del settore Horeca: il sidro.

Lungi dall’essere una semplice moda passeggera, il successo del sidro è un fenomeno che merita un’analisi approfondita. Questo articolo vuole essere una guida per gli operatori del settore, un’esplorazione del mondo del sidro che ne sveli il processo produttivo, analizzi i trend di mercato e mostri le sue sorprendenti e versatili applicazioni, dalla miscelazione alla cucina.

L’anima del sidro: cos’è e come nasce

Per apprezzare il sidro, bisogna partire dalla sua essenza. È una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del succo di frutta, principalmente mele, ma anche pere (in questo caso si parla più propriamente di “Perry”). Il processo, per quanto simile a quello del vino, ha le sue peculiarità. Vediamolo nelle fasi principali.

  1. Raccolta e selezione: tutto inizia con la scelta dei frutti. Non si usano mele qualsiasi, ma varietà specifiche, spesso un blend studiato per ottenere il perfetto equilibrio tra dolcezza, acidità e contenuto di tannini, che doneranno corpo e struttura al prodotto finale.
  2. Frantumazione e pressatura: le mele vengono lavate e frantumate fino a diventare una polpa. Questa viene poi pressata con tecniche moderne per estrarre il succo, o mosto, la base preziosa del futuro sidro.
  3. Fermentazione: il succo viene posto in tini dove, grazie a lieviti selezionati o indigeni, gli zuccheri si trasformano in alcol. Questa fase, che può durare da poche settimane a diversi mesi a temperature controllate, è cruciale per lo sviluppo del profilo aromatico.
  4. Maturazione e imbottigliamento: dopo la fermentazione, il sidro può essere lasciato a maturare, talvolta in botti di legno, per affinare il suo carattere. Al termine della fermentazione, il sidro può essere commercializzato fermo oppure reso frizzante. La spumantizzazione, proprio come per il vino, può avvenire in due modi principali. Il metodo più arcaico è la rifermentazione in bottiglia (o presa di spuma), analoga al Metodo Classico, che arricchisce il sidro di un perlage fine e di una notevole complessità aromatica. Un’alternativa molto diffusa è il metodo Martinotti-Charmat, che prevede la seconda fermentazione in grandi autoclavi pressurizzate ed è ideale per preservare la freschezza e gli aromi fruttati primari, tipico dei sidri moderni.

 

Un mercato globale in fermento: i trend di consumo

Il sidro non è una novità, ma la sua percezione sta cambiando radicalmente, e le analisi di mercato lo confermano con dati eloquenti. Il mercato globale del sidro è in piena espansione: stime recenti di Mordor Intelligence indicano che il settore raggiungerà un valore di 14,18 miliardi di dollari nel 2025, per arrivare a 16,58 miliardi nel 2030.

L’Europa si conferma come l’area di consumo più importante al mondo, e il vero motore di questa espansione sono due trend di consumo chiave.

Da un lato, la crescente attenzione al benessere e al bere moderato spinge i consumatori a cercare alternative più leggere: il sidro, con la sua gradazione alcolica naturalmente contenuta, è la risposta perfetta a questa esigenza, tanto che il segmento a basso contenuto alcolico rappresenta la quota di mercato dominante.

Dall’altro, l’innovazione nel gusto, guidata dall’incredibile popolarità dei sidri aromatizzati alla frutta (flavoured ciders), sta attraendo un pubblico soprattutto giovane, curioso e aperto a nuove esperienze di gusto, che vede nel sidro un’alternativa più intrigante e fruttata rispetto ad altre popolari bevande.

In Italia, il sidro è un mercato emergente dal potenziale enorme. La sua popolarità è trainata dalla Generazione Z e dai Millennials, che ne apprezzano la versatilità per l’aperitivo e lo vedono come un’alternativa sofisticata e naturale ai soft drink.

 

Le novità di Timossi: interpretazioni moderne di un classico

Timossi, sempre attento a cogliere e anticipare le tendenze, arricchisce il suo portfolio con due brand che incarnano perfettamente la rivoluzione del sidro.

  • Kopparberg: direttamente dalla Svezia, questo brand è l’emblema del trend dei sidri fruttati. Nato nel 1882 e forte dell’uso di un’acqua di sorgente purissima, Kopparberg crea vere e proprie esperienze di gusto. Strawberry & Lime,  aromatico e rinfrescante, nasce dalla fusione di fragola e agrumi. Mixed Fruits unisce lampone e uva spina per un sapore dolce e dissetante.

 

  • Magners Dark Fruit: dall’Irlanda, patria del sidro per eccellenza, Magners presenta un’innovazione che sposa tradizione e modernità. Partendo dalla sua classica base di 17 varietà di mele, Dark Fruit aggiunge note profonde di frutti di bosco, trovando un equilibrio magistrale tra dolcezza e acidità. Il suo colore rubino scuro e il gusto avvolgente lo rendono perfetto dall’aperitivo al dessert.

 

La versatilità del sidro per il mondo Horeca

Per un locale, offrire sidro non significa solo aggiungere una referenza, ma apre un mondo di possibilità che attraversa l’intera offerta, dal bancone alla cucina.

In miscelazione, la sua acidità e le sue bollicine lo rendono un ingrediente sorprendente, una base perfetta per rivisitazioni di grandi classici come il Cider Spritz, dove sostituisce il prosecco, o il Sidro Mule.

La sua versatilità prosegue in cucina, dove lo chef può impiegarlo alla pari di un vino bianco: un sidro secco è eccellente per sfumare risotti e cuocere carni bianche, o per marinare il maiale, mentre le versioni più dolci e fruttate sono ideali per creare salse agrodolci e per essere usate nei dessert.

Infine, a tavola, l’abbinamento cibo-sidro è un territorio ricco di soddisfazioni: i sidri secchi, come Magners Original, si sposano magnificamente con formaggi a media stagionatura, salumi e frutti di mare, mentre quelli fruttati, come Kopparberg o Magners Dark Fruit, sono perfetti per contrastare il piccante della cucina etnica, accompagnare dessert alla frutta o esaltare la freschezza di complesse insalate estive.

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