Elogio della complessità: non tutte le birre devono essere “beverine”

Anno 2025. Nel mondo della birra, una parola sembra essere diventata il passaporto per il successo: “beverinità”. Un termine che, a voler essere pignoli, non si trova nemmeno sui dizionari, ma che domina le descrizioni di produttori e publican. Sia chiaro, una birra facile da bere è spesso un piacere. Ma ridurre la goduria brassicola alla sola scorrevolezza significa perdere un universo di sapori, profumi e sensazioni. In questo articolo andiamo controtendenza. Celebriamo le birre non immediate, quelle strutturate, complesse, che non si concedono al primo sorso ma chiedono attenzione.

Sono birre che invitano alla coccola, alla degustazione meditata. Specialmente con l’arrivo della stagione più fredda, diventano compagne perfette per serate di relax, cene importanti o semplicemente per il piacere di esplorare un corpo e un’anima che hanno molto da raccontare.

Quattro birre per chi non ha fretta

Ecco quattro esempi che dimostrano come la complessità sia una virtù da riscoprire, birre che si fanno amare proprio per il loro carattere deciso e la loro ricchezza.

Conosciuta anche come Grand Réserve, è il vertice della gamma trappista di Chimay. Una Quadrupel da 9 gradi alcolici, scura, color tonaca di frate, con una schiuma densa e cremosa. È una birra che migliora con il tempo, evolvendo le sue qualità organolettiche per anni se conservata correttamente. Il naso è un trionfo di spezie (noce moscata, chiodi di garofano), frutta rossa e note di lievito. Il sorso è imponente, maltato, con un calore alcolico perfettamente integrato che avvolge il palato. È la definizione stessa di birra da meditazione. Un assaggio che qualunque appassionato di birra non può tralasciare.

Quando si parla di birre artigianali italiane ispirate alla grande tradizione belga, il nome di Maltus Faber non può mancare. E la Brune, ispirata ai classici stili d’abbazia, ne è dimostrazione lampante. L’aroma è fine, leggermente tostato, mentre il gusto è morbido, con un corpo presente ma non invadente. Un leggero amaro da cioccolato fondente bilancia la dolcezza, con note di caffè che emergono nel finale senza mai essere aggressive. Complessa, ma mai pesante, e una delle birre più iconiche della birrificio ligure, la cui incredibile versatilità le permette di accompagnare un intero pasto, dai crostacei alle carni rosse, fino alla pasticceria secca.

Una Red Ale che porta nel nome e nel carattere una leggenda medievale di Gualdo Tadino, quella della strega Bastola, ammaliatrice e indomabile. E questa birra, in effetti, strega al primo sorso. Colore mogano intenso, incanta con profumi di nocciola tostata, caramello e zucchero filato. Al palato è potente e strutturata, con un sorso morbido dove la spinta dolce del malto trova equilibrio in un finale leggermente amaro e in una lunga persistenza speziata che ricorda il garofano. Perfetta con selvaggina, salumi stagionati e primi piatti importanti.

Una birra unica, ispirata agli antichi rituali egizi. La Nora è una Spice Beer che si presenta con un colore ambrato carico e un bouquet di profumi caleidoscopico: note fruttate, resinose, legnose e un inconfondibile sentore d’incenso. L’utilizzo di grano Khorasan KAMUT® le conferisce una base cerealicola decisa, su cui si innestano sapori di albicocca, nocciola e miele. Il finale è un’esplosione di gusto, con la freschezza dello zenzero e leggeri sentori di agrume che puliscono il palato, lasciando una scia di spezie e malto. Una vera e propria sinfonia di sapori.

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