Donne sul campo: cosa significa fare l’agente nel mondo Ho.Re.Ca.

Spesso si sente parlare di “agenti”, ancora troppo poco di “agenti donne”. Questo mestiere, infatti, richiede flessibilità, autonomia e spirito commerciale, caratteristiche spesso poco conciliabili con la vita privata, il desiderio di maternità e qualche pregiudizio di esponenti del settore.

In Timossi Beverage & Food Solution oggi lavorano due agenti donna. Noi abbiamo raccolto la testimonianza di Virginia, entrata da poco in squadra, per raccontare la sua esperienza sul campo e offrire uno sguardo diverso su un mestiere che, se pure lentamente, sta cambiando volto.

Raccontaci chi sei, come sei arrivata a fare questo mestiere e qual è stato il tuo percorso prima di diventare agente per Timossi Beverage & Food Solution

Mi chiamo Virginia e ho 30 anni. Lavoro come agente di commercio da 7 anni, in Timossi Beverage & Food Solution da inizio giugno 2025, coprendo la zona di Ovada e dintorni. Ho iniziato a lavorare da giovanissima, prima nell’enoteca di famiglia specializzandomi in vini e diventando sommelier nel 2015, poi come agente di commercio per il food. Quando abbiamo ceduto l’azienda ho deciso di continuare con questo mestiere, ma di tornare ad orientarmi verso quella parte “mancante” del mio lavoro, il beverage appunto. Per questo lavorare in Timossi oggi rappresenta per me una completezza della mia vita professionale.

Cosa ti ha fatto dire “Sì, voglio fare questo lavoro”?

Ho sempre svolto questo mestiere un po’ per passione familiare. Quando è stato il momento di cambiare, mi sono interrogata su quale strada volevo intraprendere e ho deciso di ripartire dalla mia passione per i vini e il beverage.

Cosa ami di più e cosa meno del tuo lavoro?

Anche se la zona che copro è la stessa del mio vecchio lavoro, la cosa più bella è aver scoperto posti nuovi con una clientela molto diversa. In questo ambiente, infatti, le persone sono più aperte, accoglienti e socievoli.

Invece, una delle più grandi difficoltà in questo lavoro è sicuramente la memoria! Ricordare tutti i prodotti e riuscire a valorizzarli al meglio, essendoci così tanta referenze, non è facile, ma piano piano si impara.

Hai un tuo modo speciale, una tecnica particolare, per riuscire ad entrare in sintonia con i clienti? Insomma, come li conquisti?

Il mio trucco è: essere me stessa, essere gentile e simpatica, e poi andare dritta al punto.

Entro nei locali facendo sempre la stessa battuta: “Buongiorno sono Virginia, agente di Timossi Beverage and Food Solution…mi presento! Posso rompere a lei?” loro ridono, rompiamo il ghiaccio e iniziamo a chiacchierare. Se hanno già qualcuno che li rifornisce li rassicuro, dicendogli che non ho intenzione di scalzare nessuno, ma solo mostrargli ciò che abbiamo da offrigli e cerco di fargli capire che siamo un’azienda seria e affidabile. E così, se sono fortunata, iniziano a ordinare.

All’inizio della mia carriera ero più insicura, studiavo molto il cliente prima di andarci, adesso invece preferisco dare più importanza alla conoscenza dell’azienda per cui lavoro, per mostrarmi decisa e sicura. La chiave di tutto è credere davvero nell’azienda per cui si lavora e in ciò che si propone ai clienti, o almeno è così che io riesco davvero a vendere.

Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato o incontri tuttora – in generale e come donna – in questo ruolo?

Quando ho iniziato le difficoltà erano più legate alla giovane età. Nel tempo mi è anche capitato che i clienti, forse per il mio carattere estroverso, si prendessero un po’ troppa confidenza. Ma nella maggior parte dei casi succede esattamente il contrario: forse proprio perché sono donna i clienti sono più gentili e rispettosi.

Hai mai percepito pregiudizi o ti capita di dover “dimostrare” qualcosa in più rispetto a un collega uomo?

Effettivamente so che per la maggior parte dei clienti il termine “agente” equivale al termine “uomo”. Quindi, sì, forse condizionata da questo o forse perché è già nel mio carattere, quando vado da loro cerco di essere preparata al massimo, per evitare confronti.

Secondo te, perché ci sono così poche donne che fanno questo mestiere?

In questo caso purtroppo penso proprio sia una questione genere, come in tutti i lavori del resto. Avere figli e famiglia può creare difficoltà in più nella gestione del lavoro. È importante avere un appoggio famigliare, un  compagno collaborativo o comunque qualcuno che ti permetta di gestire gli appuntamenti. Sicuramente è un lavoro  in cui gli orari non sono sempre prevedibili, quindi capisco che molte donne preferiscano un lavoro dipendente. È un peccato però, perché in realtà la flessibilità della partita iva, secondo me, è un plus per l’organizzazione della vita privata.

Come pensi si potrebbe rendere questo settore più accessibile o attrattivo per le donne?

Facendoci sentire più importanti, non facendoci pesare il nostro genere, penso sia fondamentale. Anche perché se una persona ha voglia di lavorare lo dimostra, indipendentemente dal fatto di essere donna, avere figli e una famiglia a cui pensare.

Secondo te, perché un’azienda del settore Horeca dovrebbe puntare sulle agenti donne?

Perché abbiamo una grande capacità organizzativa e siamo abituate ad essere sempre propositive, multi tasking ed empatiche. Le donne possono portare un punto di vista diverso e, spesso, sono un po’ più intraprendenti, attive, propositive rispetto agli uomini.

In che direzione vedi evolversi questo mestiere?

La maggiore preoccupazione per tutti noi agenti è sicuramente quella della digitalizzazione. Nel nostro settore il rischio principale riguarda la possibilità che, per esempio, fare gli ordini possa diventare qualcosa che i locali possono fare autonomamente, senza bisogno di intermediari.

Personalmente sono convita che a fare la differenza siano però la competenza e la professionalità di figure come le nostre. È chiaro però che dobbiamo impegnarci per stare al passo: essere rapidi, efficienti e molto preparati per poter competere con nuove risorse come l’intelligenza artificiale e non essere rimpiazzati.

Cosa auguri a te stessa nei prossimi anni, a livello professionale?

Da giugno sono partita veramente da zero, mi sono creata un giro da sola e in un mese ho portato 15 nuovi clienti. Spero che questo sia solo l’inizio di un bellissimo percorso lavorativo, che mi porti a coprire una zona ancora più grande e ad avere una conoscenza dei prodotti molto più ampia. Ci vorrà tempo, ma conto di farcela.

Cosa diresti a una ragazza che vorrebbe intraprendere questo lavoro ma è indecisa o intimorita?

Che si butti assolutamente in questo lavoro, perché è solo questione di organizzazione e noi su questo siamo forti! Questo è assolutamente un mestiere per tutti, uomini e donne.

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