Jensen’s: il gin “as it should be”

Jensen’s: il gin “as it should be”

La storia che vi stiamo per raccontare riguarda un londinese di origini danesi amante del gin in viaggio a Tokyo, e non è una storia di fantasia, contrariamente a quello che potrebbe sembrare!

È lì, nello stato del Sol Levante, che Christian Jensen chiede a un barman di assaggiare un “vecchio” Gin, di quelli come si facevano una volta, con ricetta antica e sapori autentici; viene accontentato, e da quell’assaggio inizia il suo viaggio in giro per il mondo alla ricerca di vecchie bottiglie di gin, per costruire una collezione di quelle da fare invidia a chiunque. Ma perché fermarsi a gustare quelli degli altri, quando si potrebbe produrne uno in proprio?

Di lì a poco nasce in Christian l’idea di andare a creare un proprio Gin, riprendendo lo stile e il metodo che era stato “tradizionale” di un tempo, per ottenere un gin come quelli che si assaporavano negli antichi bar di Londra dell’800. E così nel 2009 crea Jensen’s, insieme al socio Charles Maxwell, gin che inizialmente produce per uso personale o per fare un bel regalo ai suoi amici, come un semplice appassionato. Ma nel 2012 decide di farne un vero e proprio business, aiutato da una giovane distillatrice di nome Anne Broke. Apre la sua distilleria a Bermondsey, un quartierino di Londra nei pressi del Tower Bridge, dove nell’800 venivano stoccati i cereali poi destinati alla produzione di alcolici, come birra o appunto gin. Ed eccoci arrivati a oggi: i gin prodotti sono due, sono distribuiti in tutto il mondo e rappresentano un inno alla tradizione londinese e ai gusti classici.

Old Tom Gin e Bermondsey Dry Gin

Conosciamo meglio queste due referenze. Partiamo con Jensen’s Old Tom Gin, la cui ricetta è stata presa da un vecchio libro di distilleria londinese del 1840. È un omaggio ai primi prodotti esportati in America: solo erbe officinali dei gin classici, con l’accento posto su radici e spezie. Originariamente sarebbe stato utilizzato per cocktail classici come il Ramos Gin Fizz, il Martinez o il Tom Collins, ma con le sue caratteristiche è perfetto anche per cocktail dal sapore intenso come Last Word e Negroni, aggiungendo complessità col suo carattere terroso e robusto. È della tipologia dry e la sua gradazione alcolica è del 43% di volume.

Poi abbiamo il Jensen’s Bermondsey Dry Gin, che prende il nome dalla già citata località crocevia di erbe e spezie provenienti dall’Olanda, uno dei luoghi sacri della storia del gin. Come l’Old Tom utilizza solo erbe officinali dei gin classici ma è meno incentrata sul ginepro, potremmo definirla una rappresentazione più delicata e bilanciata dello stile London Dry. È un omaggio a quello che molti ritengono l’ultimo gin di alta qualità, quello londinese di fine XIX secolo, prima dell’esportazione massiva e dello spostamento delle distillerie. Le sue caratteristiche lo rendono ideale per i cocktail classici, come il Dry Martini.

Se vuoi maggiori informazioni sul Jensen’s, compila il form qui sotto!

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